mercoledì 27 gennaio 2010

Processo Breve - Requiem Aeternam



Il ddl applicato a L'Aquila. E in Italia.



Il ddl sul “processo breve” è stato approvato al Senato.

Che fosse stato ideato sulla scorta della bocciatura in Corte Costituzionale del precedente Lodo Alfano, altra ed ennesima legge ad personam per salvare il Presidente del Consiglio dalle sue responsabilità davanti alla Legge, a questo punto conta poco.

Ciò che conta è osservarne le conseguenze: celandosi dietro l’ennesima ventata populista che lo caratterizza, (secondo cui questo disegno di legge servirebbe agli Italiani per garantire il loro diritto alla Giustizia in tempi brevi), il Governo Berlusconi, non solo garantisce il diritto all’impunità definitiva del suo più alto rappresentante, autodefinitosi per bocca dei suoi fidati legali “primus super pares”, ma fa di più.

Fa di più perché ottiene 2 risultati in uno.

1) una mega amnistia per tutti quei processi che finiranno al macero perché non ancora conclusi nei gradi di giudizio entro quei termini stabiliti ” ex post” dal Governo stesso.

Tra questi ricordiamo non solo il cosiddetto “processo Mills” nel quale è coinvolto il Presidente del Consiglio, ma moltissimi processi che l’Italia sta faticosamente seguendo nel loro svolgimento da anni :Via Ponchielli (ricordate il rogo di Viareggio?) Cirio,Thyssen Krupp(ricordate gli operai bruciati vivi che impiegarono anche 4 mesi per morire definitivamente?), gli orrori della Clinica S.Rita di Milano(ricordate i vecchietti moribondi operati per patologie inesistenti?) e per finire Parmalat. Quest’ultimo poi, è il più grande processo Europeo per frode nei confronti di migliaia di onesti cittadini, che hanno visto sparire i loro risparmi di una vita in una clamorosa voragine creata da falsi in bilancio e fughe di capitali all’estero.

2) velocizza i tempi della Giustizia, abolendola di fatto, e senza fare l’unica cosa che avrebbe consentito di accelerare i tempi di lavoro: accorpare procure, ed incrementare i fondi a disposizione del Ministero di Grazia e Giustizia.

Senza aumentare un personale deficitario da decenni, come si può aumentare l’efficienza del sistema?

Il Governo ha trovato la sua strada. Quanti cittadini si affideranno alla Legge, con queste premesse? Perché spendere il proprio denaro, nella certezza che non si avrà Giustizia? Di sicuro il carico di lavoro, diminuirà. Bella soddisfazione!

Ciò che più mi preoccupa però,da Aquilano, sono le conseguenze di questo scempio sui procedimenti in corso a L’Aquila a seguito dei crolli del Convitto Nazionale (2 morti), Casa dello Studente (8 morti) e di tanti altri palazzi incomprensibilmente venuti giù a L’Aquila, la notte del 6 Aprile 2009.

Applicando quella che sarà la legge dello Stato, dopo il suo passaggio alla Camera, ci saranno ottime probabilità che ciò che le perizie (in tempi brevissimi) hanno accertato circa le responsabilità di quei morti, non si tradurrà in condanne per nessuno. Disastri ed omicidi colposi, risentiranno al pari delle frodi fiscali delle conseguenze del dl sul Processo Breve.

Il processo sarà talmente breve, che gli imputati non avranno nemmeno il tempo di farsi rovinare il sonno dall’idea di essere inchiodati, per una buona volta, alle loro responsabilità.

I genitori, gli amici dei morti dell’Aquila e tutte le vittime dei delitti sopracitati avranno una sola certezza.

Che in Italia, l’impunità la si ottiene non più per malcostume ed inefficienza: da domani sarà il fulgido risultato di un Governo efficientista, che corre ai ripari con tempismo perfetto, mettendo una toppa alle falle che minacciano di aprirsi nella vita di chi li rappresenta. Il tutto spacciato, con il buon gusto che li distingue, per essere anche una misura in nome dei nostri diritti.

Poco male, se per farlo, si devono aggiungere nuove falle nella nostra fiducia nelle istituzioni, quella che solo i cittadini per bene possono nutrire con convinzione.

Poco male se per farlo, si devono calpestare dei morti, ed insieme a loro tutti i nostri diritti più sacri.

Il processo sarà breve. Il lutto, eterno. come l’ingiustizia.

Meno male che Silvio c’è.

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